Lentezza e felicità. Incontro a Ravenna con Luis Sepúlveda

Quest’anno, come l’anno scorso, per motivi di lavoro e di studio, non sono potuta andare al Salone del Libro di Torino, e ho rosicato davanti alle foto e ai post entusiasti pubblicati dai colleghi più fortunati. Tuttavia, martedì scorso, il 13 maggio, mi sono presa una piccola rivincita andando all’incontro con Luis Sepúlveda e Pino Cacucci che ha aperto la prima edizione del Festival della Scrittura di Ravenna.

Luis Sepulveda

Luis Sepulveda

Arrivo con un buon anticipo all’auditorium del Palazzo dei Congressi di largo Firenze, e la sala comincia presto a riempirsi: ci sono bambini, adulti, anziani accorsi da ogni angolo della Romagna. Sepúlveda è senza dubbio un nome da tutto esaurito: autore di best seller come La storia del gatto e del topo che diventò amico, è amato da grandi e piccoli, perché con le sue storie e i suoi romanzi si rivolge a ogni tipo di pubblico.

Puntualissimo, alle 18.30, con la sala ormai gremita, sale sul palco Lucho, così chiamato affettuosamente dall’amico Pino Cacucci, scrittore italiano che ha viaggiato a lungo in America Latina e l’ha raccontata in diversi romanzi. Il filo conduttore della conversazione è la felicità, argomento dell’ultimo libro dello scrittore cileno, intitolato appunto Un’idea di felicità, scritto a quattro mani con Carlo Petrini, presidente di Slow Food. Un tema ampio e difficile da affrontare, e che può essere preso da diversi punti di vista, esaminandone sia la dimensione collettiva, e quindi la felicità intesa come giustizia sociale, sia una dimensione più personale, e quindi l’amicizia e la famiglia.

Dopo una breve introduzione di Cacucci, Sepúlveda, nel suo italiano spedito e condito

Un'idea di felicità, Guanda e Slow Food editore, 2014

Un’idea di felicità, Guanda e Slow Food editore, 2014

dalla musicalità del cileno e dai moltissimi calchi dallo spagnolo, ha parlato prima di tutto della genesi di questo libro, nato da una conversazione con Carlo Petrini a proposito della felicità. Il punto di partenza di questo dialogo è stato la lentezza, argomento dell’ultimo romanzo dello scrittore cileno, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza. In numerose culture la lumaca è infatti il simbolo della lentezza e proprio per questo motivo è diventata il logo di Slow Food, per la quale la lentezza è un concetto fondamentale, in contrapposizione al fast food e quindi a favore di un’alimentazione e di uno stile di vita semplici e in armonia con la natura. La felicità è dunque strettamente legata alla lentezza e ai piaceri semplici. È innegabile che i ritmi a cui siamo sottoposti nel mondo moderno ci rubano un pezzetto di felicità, perché ci rendono inquieti e in costante ricerca, la ricerca di fare, di riuscire, di guadagnare.

La felicità dell’individuo, dunque, dipende anche in gran parte dalla società in cui vive, da quanto questa società è giusta e garantisce alle persone di poter vivere con dignità. A questo discorso si ricollega anche la la difesa dell’ambiente, il cui sfruttamento si ripercuote sulla vita della popolazione, sul lavoro e la salute. Sepúlveda ha portato a questo proposito alcuni esempi di sfruttamento indiscriminato dell’ambiente in America Latina e di come gruppi di popolazione si sono ribellati contro queste pratiche.

Cacucci si è poi collegato al tema della giustizia sociale per chiedere a Sepúlveda di parlare di Pepe Mujica, presidente dell’Uruguay, a cui Sepúlveda è legato dall’amicizia e dalla militanza politica. Lucho ha parlato di Mujica come di un uomo molto saggio e modesto, che non ha mai smesso di condurre la vita semplice che conduceva prima di diventare presidente, e che sta rendendo l’Uruguay un paese dignitoso. Mujica, dice, non parla mai di crescita, ma di “pobreza digna”, ponendola come punto di partenza per lo sviluppo economico. Mujica non ha come obiettivo primario la ricchezza, ma la dignità, e come presidente cerca di mettere il suo popolo in condizione di essere dignitoso e felice, e di costruire “in tutta lentezza, la società più giusta d’America”.

La conversazione con Sepúlveda, tra aneddoti e risate, è scivolata quindi su un piano più personale, e si è parlato di felicità da un punto di vista più intimo: la felicità che si trova negli altri, nell’amicizia e nella famiglia, nell’offrire e nel condividere. Si sa che i latino americani sono estremamente generosi con il prossimo, e sono anchedi buona forchetta, cosa che gli accomuna con gli italiani. In Cile, così come in Argentina, una delle tradizioni culinarie più affermate è “el asado”, più o meno la nostra grigliata. L’asado è un momento di allegria e condivisone con gli amici e i famigliari, in cui si gode di un piacere semplice come quello del cibo e allo stesso tempo dell’affetto, della convivialità e dello scambio di opinioni e conoscenza.

E a proposito dell’amicizia e del legame indissolubile che Sepúlveda ha da sempre con l’Italia, Cacucci ha chiesto a Lucho di parlare al pubblico di Tonino Guerra, grande poeta, sceneggiatore e artista romagnolo. Sepúlveda ha raccontato, con tono divertito e nostalgico, la grande generosità di Tonino Guerra, che, aiutandolo nella sceneggiatura di un film, ha condiviso con lui senza nessuna riserva la sua esperienza, il suo sapere e anche la sua focaccia, uno dei suoi piccoli piaceri quotidiani.

Parlando poi di poesia e letteratura, e in particolare della letteratura come un diritto da difendere, Sepúlveda ha parlato di come ha iniziato a scrivere per i ragazzi. Il primo romanzo che l’ha confermato come autore per l’infanzia è stato Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, nato dalla necessità dello scrittore di scrivere qualcosa per i bambini che non si rivolgesse a loro come se fossero degli idioti. Perché per lui i bambini sono delle “persone piccole” con poca esperienza, e quando si scrive per loro bisogna farlo certo in modo semplice, ma non per trattarli da stupidi, per aiutarli invece a sviluppare l’immaginazione.

L’incontro si è chiuso con gli auguri di Sepúlveda a Ravenna per la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019 e lo Scrittura Festival proseguirà per tutto il mese di maggio con altri grandi scrittori come Siti, Malvaldi e Lilin.

Un’ora di conversazione è volata troppo in fretta, grazie alle doti affabulatorie di Sepúlveda, che si è confermato un grande narratore e che ha incantato e divertito il pubblico con i suoi modi spontanei e con il suo italiano vivo, musicale e dal sapore esotico.

**Tutti i romanzi citati sono pubblicati da Guanda e, a eccezione di Un’idea di felicità, sono stati tradotti da Ilide Carmignani.